More

    I fantasmi del ponte dei suicidi di cuneo

    Uno dei capoluoghi d’Italia meno conosciuti dagli italiani stessi è Cuneo, nel basso Piemonte. Eppure questa città vanta la provincia più estesa d’Italia, con 250 comuni e quasi 600.000 abitanti.

    La spiegazione a questo disinteresse generale è per lo più storica: Cuneo fu esclusa dalla storia italiana a partire del 1742, quando il re Carlo Emanuele III, temendo una nuova guerra con la Francia che pressava sui confini, fece tracciare nuovi percorsi per le truppe che non interessassero la città, lasciando però isolata Cuneo dalla vie commerciali e turistiche.

    Cuneo oggi è una città di media grandezza e la vita scorre tranquilla e ancora immersa in quella “lentezza” tipica del secolo scorso. Non succederebbe nulla di eclatante, nemmeno grandi casi di cronaca nere, se non fosse per il “ponte dei suicidi”.

    Nato con il nome di “grande viadotto sullo Stura”, venne progettato per essere costruito in breve tempo e collegare la città sull’altipiano con il resto della provincia a valle, ma la sua storia fu travagliata sin dall’inizio. Per terminare il ponte ci vollero ben 24 anni, dal 1913 al 1937, e la costruzione fu costellata di problemi, incidenti e morti.

    Quando scoppiò la guerra mondiale i finanziamenti furono interrotti e nessun politico riuscì a convincere Roma a spendere in provincia di Cuneo.

    Quando finì il conflitto i lavori ripresero, ma vennero più volti interrotti per le piene del fiume Stura che in concomitanza con lo scioglimento delle nevi si ingrossava e spesso erodeva le basi minando le fondamenta.

    Il 5 giugno 1930 uno dei piloni improvvisamente crollò travolgendo sotto tonnellate di macerie macchinari, strumenti e diversi operai: quel giorno morirono 11 persone.

    Finalmente completato, non resse nemmeno 8 anni perchè il 28 aprile 1945 i soldati tedeschi in ritirata distrussero tutti e tre i viadotti che collegavano Cuneo, interrompendo completamente le comunicazioni e i principali accessi stradali.

    Di questo ponte vennero fatte crollare 3 intere arcate e per oltre 3 anni non fu possibile il traffico ferroviario e stradale.

    Finalmente il 10 gennaio 1948 venne inaugurato il nuovo ponte, che da “grande viadotto sulla Stura”venne ribattezzato “Viadotto Soleri” in onore di Marcello Soleri, un noto politico molto influente nella provincia.

    Oggi il viadotto è sfruttato sia per il traffico stradale che ferroviario, è lungo circa 800 m e la sua altezza massima raggiunge i 47,5 m.
    Nessuno però, nemmeno in provincia di Cuneo lo chiama con il suo vero nome: negli anni ha assunto l’appellativo di “ponte dei suicidi”.

    UN SUICIDIO? DUE? DIECI?

    Ad oggi, solamente quelli effettivamente riscontrati (si pensa che molti altri corpi siano spariti con la corrente delle Stura) hanno passato le 150 unità (l’ultimo nel 2017).

    A questo poi dobbiamo aggiungere decine di morti per incidenti stradali che avvengono per l’asfalto ghiacciato, per la distrazione o per effetto di alcool e droghe.

    Se poi vogliamo essere pignoli pensate che almeno una decina di persone ogni anno tenta il suicidio e per fortuna o vengono fermate in tempo o (incredibile a dirsi) si salvano nonostante lo schianto sulle rocce del fiume.

    Litigi con il compagno, depressione, problemi di soldi o lavoro, riscontro di un brutto male, depressione post parto, un lungo periodo sfortunato… le motivazioni sono innumerevoli, ma pensate che la gente viene addirittura dall’estero per lanciarsi nel vuoto da questo viadotto.

    Oltre metà delle persone che finora si sono suicidate dal ponte di Cuneo non è nemmeno piemontese.

    MA COSA SPINGE LA GENTE AL TRAGICO GESTO PROPRIO DA QUESTO VIADOTTO?

    No, non vi farò un discorso da psicologo o da psichiatra, ma vi risponderò con le parole di chi quel gesto lo ha tentato, ma è stato fermato in tempo dai passanti o dalle autorità.

    Pare che lungo il viadotto, ma anche alla base, nell’acqua e lungo le sponde del fiume, vi siano ombre ed entità eteree simili ad una nebbiolina evanescente che accompagnino gli indecisi verso tal gesto.

    Mi spiego meglio: sono in molti a riferire che sotto la luce lontana dei lampioni (in effetti non cene sono molti per essere un ponte lungo 800 m) si possano intravedere di tanto in tanto figure nere evanescenti che escono dal buio e si dissolvono nella luce e che seguono a volte chi lo attraversa a piedi.

    Chi prova un gesto così estremo solitamente è combattuto e pieno di rimorsi, ma sembra che sul ponte dei suicidi quella paura lasci il posto ad uno strano benessere, una sorta di pace interiore che favorisce l’opzione del salto oltre il parapetto.

    C’è anche chi ha affermato che nel momento de tragico gesto quelle ombre appaiano alle spalle dell’indeciso e diano la spinta necessaria a cadere.

    Ho trovato dichiarazioni di cuneesi secondo cui più volte le persone che attraversano il viadotto a piede abbiano avvertito strattoni, spinte, sgambetti e ostacoli invisibili che sembrano indirizzare verso il parapetto: molti sono convinti che le anime dannate che si sono suicidate vogliano invitare anche chi è nel pieno possesso delle proprie capacità a provare l’ebbrezza del volo e per farlo agiscono fisicamente su di loro.

    Infine, a differenza di molti altri ponti con la triste fama di trampolino per suicidi, questo pare ospitare entità soprannaturali anche in fondo, là dove spesso le autorità trovano e devono raccogliere i resti dei cadaveri schiantati sulle rocce.

    Il fiume Stura , nel tratto in cui costeggia Cuneo, dovrebbe essere una zona protetta e di ripopolamento di pesci, ma non è raro vedere pescatori o cacciatori lungo le sue sponde (alcuni hanno un permesso speciale comunque); molte dicerie giungono da loro che hanno più volte affermato di aver udito fruscii, lamenti, pianti e brezze incompatibili con lo scroscio dell’acqua.

    Inoltre affermano che molte volte sembra che quando è in secca qualcuno smuova l’acqua del fiume come le stesse attraversando il corso d’acqua, oppure vada contro corrente. Le nebbioline e le ombre poi, qui sono testimoniate ogni giorno, ma essendo un fiume nessuno ci fa nemmeno più caso.

    L’ultimo tentativo di suicidio dal Viadotto Soleri è stato fermato in tempo da i vigili del fioco il 17 ottobre 2018: un giovane vinto dalle pene d’amore ha tentato il tragico gesto, ma i soccorsi sono giunti prima che le anime lo spingessero nel vuoto.

    Pare proprio che questo ponte reclami la vita di chi è fragile e che anche nel caso di resistenza trovi il modo di prendersela.

    Articoli Correlati

    Il filo rosso del destino

    Il Filo Rosso del Destino. Questa leggenda nasce in oriente, e narra che le persone destinate ad incontrarsi, siano legate dall'invisibile filo rosso. Questo filo non potrà mai sparire, rimarrà sempre legato, nonostante il tempo e...

    Edvard Munch

    Edvard Munch. Edvard Munch nasce a Løten, una piccola cittadina Norvegese il 12 dicembre 1863, secondo di cinque figli. La famiglia si trasferì a Christiania (nome originario di Oslo, capitale di Norvegia) nel 1864, dove Edvard...

    William Shakespeare

    William Shakespeare. William Shakespeare è uno dei più grandi drammaturgi e poeti Inglesi. Nato a Stratford-Upon-Avon, ad aprile del 1564. William è il terzo figlio, con altri sette fratelli, la sua famiglia sopravvive alla peste che...

    Romolo e Remo: Leggenda e fondazione di Roma

    Romolo e Remo: La leggenda e fondazione di Roma. Come molti sapranno, Romolo e Remo nella tradizione sono due fratelli gemelli. Uno dei due fratelli, tracciò un solco, ad indicare le mura per la nascita di...

    Il Bacio Eterno

    Il bacio eterno. Gli amanti di Hasanlu, son resti umani che sono stati scoperti nel 1972 nella parte nord-occidentale dell' Iran di ora, da un team Americano, nel sito di Teppe Hasanlu. Son stati ritrovati in...
    spot_img

    Ultimi Articoli

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui