“Papa Francesco – scrive Muolo – ha recentemente istituito la domenica della parola di Dio. Se questo libro riuscisse a stimolare in chi lo prenderà in mano una maggiore frequentazione con la Scrittura, probabilmente la più grande narrazione di tutti i tempi, ne sarei ben felice. Così come mi dichiaro tributario del magistero dei tre Papi che ho conosciuto personalmente, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, appunto, e di cui i lettori possono individuare gli insegnamenti in alcuni passaggi della narrazione”.“Mi sono messo in viaggio – ricorda ancora Muolo – insieme ad Artaban, ripercorrendone e a volte reinventandone l’itinerario, che è attualissima allegoria di un mondo in cui c’è una grande nostalgia di Dio e molti non sanno più dove cercarlo, come anche la recente pandemia ha evidenziato”. Un viaggio letterario che è soprattutto un viaggio esistenziale. Come recita un antico proverbio napoletano, s’ pò campà senza sapé pecché, ma nun s’ pò canpà senza sapé pe’ chi, ovvero “si può vivere senza sapere perché, ma non si può vivere senza sapere per chi”. Ed è esattamente ciò che pensa Artaban.