
Il castello di Fumone si trova a Frosinone fu usufruito come punto di avvistamento per oltre 500 anni ma anche come luogo di prigionia.
Vittima di parecchie torture ed eventi tragici oggi lo rendono famoso.
Una storia agghiacciante che riguarda questo luogo è quella del marchesino Francesco Longhi a fine metà 1800.
Francesco era l’unico beneficiario delle ricchezze della famiglia Longhi nonchè l’unico figlio maschio.
Il marchesino aveva sette sorelle, che gelose del fatto che avrebbero dovuto rifiutare l’eredità per il fratello, idearono un piano brutale per sbarazzarsi del loro fratellino.
Prepararono il pranzo per il loro fratellino, mescolando al cibo pezzi di vetri.
Quando il piccolo di soli cinque anni mangiò morì tra i più atroci dolori.
La madre, la Duchessa Emilia Caetani Longhi fu straziata dal dolore e per sua volontà fece imbalsamare il corpo del piccolo.
Ancora oggi il corpicino è all interno del castello e si dice che il suo fantasma si aggiri tra le sue mura.
Passiamo ad un altra storia che circonda tale castello.
Il pozzo delle Vergini.
Il pozzo era usato dai feudatari di Fumone per il diritto dello IUS PRIMAE NOCTIS (Diritto della prima notte).
La IUS PRIMAE NOCTIS era una legge arcaica diffusa nel medioevo e in campagna.
Dava il diritto al signore di Fumone di passare una notte con le sue future spose.
Se una delle sue future spose non era vergine le faceva precipitare nel pozzo dove ad attenderle c’erano lame, questa era la tortura delle donne impure (non vergini).
Secondo l’arcaica legge ogni donna appena sposata doveva passare la notte con il potente del paese.
Nonostante storie leggende ed eventi paranormali il castello è un luogo turistico ancora aperto.