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    Sassari, a caccia di entità paranormali e fantasmi

    La missione di un gruppo di sassaresi: «Cerchiamo e troviamo presenze misteriose ma non chiamateci Ghostbusters»

    SASSARI . Per evitare che nascano dubbi hanno deciso di mettere tutto in chiaro sin da subito. A partire dal nome dell’associazione: Infinito mistero paranormale. E con una definizione simile, è evidente che il campo di interesse della “no profit” presieduta dal sassarese Francesco Piras superi i confini del conosciuto. L’intenzione è dare una mano a chi, per diversi motivi, si trova costretto a convivere con inquilini non convenzionali. A sentire i racconti del presidente, non si tratta di un evento raro. Anzi. Per prima cosa, Piras non parla di fantasmi: «Sono entità, è diverso». Non è un indagatore dell’incubo con un onorario da corrispondere: «Aiutiamo chi ci chiama, gratis». Non ingaggia terribili lotte interdimensionali armato di zaino protonico e trappole per ectoplasmi: «Non siamo mica i Ghostbusters. Parliamo con le entità, le ascoltiamo e cerchiamo di liberarle». Ma per lavorare come vorrebbero, hanno sentito il bisogno di creare un’associazione: «Ci dà un titolo per proporci. Non lasceremo mai le indagini nelle case ma ci piacerebbe allargare il campo d’azione alle strutture abbandonate, pubbliche o private». L’atto costitutivo, Piras e i suoi due soci, l’hanno firmato a ridosso del primo lockdown e da allora sono in attesa che le regole del mondo normale possano liberare anche le indagini paranormali. «Abbiamo tanti obiettivi, tante strutture da indagare».

    Gli inizi. Cosa abbia scatenato questa passione, Piras non lo spiega: «Diversi fattori mi hanno spinto verso questo percorso. Io dico che c’è chi ci crede e chi no. Ma dico anche che c’è chi ci è passato e chi invece non c’è ancora passato. Sappiamo benissimo quello che rischiamo, non siamo mica fessi. Ma essere additati come strani o, peggio, pazzoidi, non ci preoccupa. Tanti ci diranno che siamo fuori di testa ma ci basta aiutare qualcuno per darci la forza di continuare». Di esperienza, a sentire il presidente, ne hanno fatta anche prima del lockdown, da semplici appassionati: «Sempre utilizzando il nostro metodo. Se qualcuno ci chiama, non facciamo domande. Non vogliamo essere influenzati. Arriviamo nelle case, piazziamo la nostra attrezzatura e iniziamo le rilevazioni. A cose fatte, esponiamo i risultati». E, manco a dirlo, spesso ci azzeccano: «Ma il merito è del metodo».

    Oscure presenze. Le entità descritte da Francesco Piras non farebbero la fortuna delle major del cinema americano. Non sono violente, non godono nel terrorizzare le persone e non creano danni. Sono i vicini di casa che abitano in un’altra dimensione: «Ce ne sono di diversi tipi ma tutte sono ancora qua perché restano bloccate, anche se per motivi diversi. Quelle sedentarie o abitudinarie non lasciano le case che avevano in vita, ci sono affezionate o amavano compiere alcuni gesti. Le entità parassite tendono a seguire chi si comporta come loro. Ad esempio, possono seguire un fumatore perché avevano quel vizio. Oppure vengono attirate dalle evocazioni, dai tarocchi, dalle sedute spiritiche». L’aspetto rassicurante è che perlopiù hanno manifestazioni sonore: «Voci, rumori, musiche. Perché possano interagire con il mondo fisico devono avere tanta energia, che consumano ogni volta che si manifestano». Quando lo fanno, sono sempre piccole cose: «Oggetti che si spostano, bottiglie che si piegano, porte che si chiudono. Una volta mi è capitato che un’entità si sedesse vicino a me, su un divano. Ho visto la sua forma sui cuscini. Generalmente non vogliono essere disturbate ma noi ci presentiamo, ci parliamo, facciamo in modo che rilevino la nostra energia. Quando si manifestano influiscono sulla temperatura dell’ambiente. Esiste comunque una possibilità che a volte si tratti di suggestione, non lo nego».

    Tecnologia al comando. Loro dicono che fanno solo indagini regolate da principi scientifici. Mentre racconta, Piras mostra un misuratore di campo elettromagnetico K2, un aggeggio che sembra un telecomando anni ’80 ma che permette di rilevare i flussi di energia nell’ambiente. O qualcosa di simile. Non è un gadget supertecnologico, si trova su Amazon a 23 euro e 50: «Le entità sono fatte di energia e l’apparecchio le rileva. Abbiamo esempi di rilevazioni in aree in cui era impossibile che ci fossero altre fonti energetiche. Ah, lo dico agli scettici: quando facciamo questo tipo di rilevazioni spegniamo tutto, anche i cellulari». I tre soci utilizzano anche telecamere a infrarossi, sistemi kinect, ecobox e altri marchingegni che danno un gusto scientifico a un argomento che la scienza relega nei bassifondi della conoscenza, quando va bene.

    Gli obiettivi. L’idea di formare un’associazione è nata per ampliare il campo di indagini. Ci sono posti in cui Piras e soci sognano di passare la notte, a differenza dalla maggior parte delle persone: «Speriamo che l’associazione apra qualche porta. I luoghi da monitorare non mancano, dalle palazzine abbandonate di Pineta Mugoni fino all’ex sanatorio di Seneghe. Oppure il pozzo di Santa Cristina». Le possibilità sono tante ma i soci di Infinito Mistero Paranormale faticano ad ottenere i nulla osta: «Lo capiamo, ci mancherebbe – conclude il presidente – ma sono sicuro che se solo ci stessero a sentire cambierebbero idea. Forse non tutti conoscono il Castello di Azzurrina, in Romagna. È un esempio, molte persone lo visitano dopo che sono venute a conoscenza della presenza di un fantasma.

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